Dossier piante officinali – Profumi e aromi simbolo di un’isola

Rovine, polvere, campi incolti da oltre dieci anni e un futuro di decadenza. Poi la cessione di quegli oltre mille ettari di terreni che da mano pubblica passano a quella privata e diventano la più grande estensione biologica a corpo unico in Italia. È ciò che è accaduto nell’Oristanese: nel 2017 la Regione Sardegna ha venduto 537 ettari di terreni della ex Società Bonifiche Sarde e Laore (sua agenzia specializzata per l’agricoltura) ne ha dato altri 429 in affitto per 15 anni.
Beneficiaria è la Bonifiche Ferraresi Spa, la più grande azienda agricola italiana con circa 7.750 ettari totali fra le tenute in Sardegna, Emilia-Romagna e Toscana. Nell’area che abbraccia i tre Comuni di Arborea, Terralba e Marrubiu, oggetto, oltre cento anni fa, delle prime bonifiche proprio ad opera della società regionale, oggi sorge un polo agricolo d’eccellenza dove oltre la metà della superficie è coltivata in biologico.
In questi quattro anni Bonifiche Ferraresi ha lavorato per studiare la terra e riqualificare gli edifici. Adesso quei terreni sono il cuore pulsante della nuova missione dell’azienda in Sardegna, inserita a pieno titolo nel piano industriale della casa madre che vuole entrare sui mercati nazionali e internazionali con una linea di prodotti delle eccellenze agroalimentari d’Italia: paste, legumi, riso e tisane. E sono proprio queste uno dei fiori all’occhiello della produzione. Con la linea Stagioni d’Italia arrivano nelle dispense degli italiani le tisane cento per cento made in Sardinia. Hanno origine proprio ad Arborea nella più grande estensione di piante officinali d’Italia.
Negli ettari rimasti incolti per quasi dieci anni, ora crescono basilico, elicriso, menta peperita, lavanda, stevia rebaudiana, peperoncino, tarassaco, maggiorana, timo, rosmarino, salvia, eucalipto e lippia. E si aggiungono nuove linee ad alto valore aggiunto come lo zafferano biologico, la camomilla, l’echinacea e la bardana. Qui le piante mediterranee vengono coltivate con il protocollo biologico certificato e raccolte singolarmente nel momento in cui i principi balsamici sono al culmine. Essiccate sul posto per non disperdere le proprietà nutritive e i benefici funzionali, mediante appositi forni ventilati a bassa temperatura, vengono poi tagliate nello stabilimento di Cortona, anche in confezioni per l’industria e la farmacia, non solo in filtri per il consumo, garantendo l’intera filiera italiana.
Dai primi 12-15 ettari destinati alle piante officinali, ora ne abbiamo 80 – spiega il direttore agro-industriale di Bonifiche Ferraresi, Claudio Pennucci -. Ci muoviamo in un settore con grandi potenzialità per l’Italia e la Sardegna in particolare, per il suo clima, il sole e il vento, è favorita in questa attività
Ma la concorrenza è grande, il mercato delle erbe officinali è in mano all’India e alla Cina.
Nell’ultimo anno, però, il Covid ha cambiato la situazione, molte aziende alla ricerca della materia prima si sono rivolte a noi, non avendo tempi garantiti e certi di consegne. Per aver dato vita a questa avventura come una scommessa, sono buoni risultati
Sono quasi trecento le piante officinali utilizzate in Italia che grazie alle particolari proprietà vengono sfruttate per scopi erboristici, farmaceutici, cosmetici, liquoristici, culinari, per la preparazione di prodotti per la profumeria, per l’industria dolciaria, infusi, per la difesa delle colture, per l’igiene della persona, della casa o per l’ottenimento di oli essenziali o tinture per l’abbigliamento. Secondo dati Coldiretti sono circa tremila le aziende agricole italiane impegnate con una superficie coltivata a piante aromatiche, medicinali e da condimento di oltre 7mila ettari, che coprono però appena il 30 per cento del fabbisogno nazionale mentre il restante 70 viene soddisfatto dall’estero, Oriente in primis. Bonifiche Ferraresi ha fatto dell’agricoltura di precisione e dell’investimento in tecnologia digitale la sua prossima missione.
Anche in Sardegna sono impiegate tecniche come la mappatura del sottosuolo e la sovrapposizione di mappe satellitari per definire gli indici di caratterizzazione delle colture e gli indici vegetativi – sottolinea Pennucci -. Ciò consente di differenziare le condizioni di fertilità e le semine delle singole sezioni con estrema precisione, una gestione senza sprechi dell’acqua e dosare interventi sui campi di fitofarmaci
È la cosiddetta agricoltura 4.0, una connessione continua tra ricercatori, azienda, operatore e macchine, che in un prossimo futuro permetterà di lavorare su ogni singola piantina con programmi dedicati. Registrando dati di ogni intervento in campo, meccanico o manuale che sia, si costruisce un sistema di tracciabilità di ogni fase di coltivazione, prima e successivamente di ogni passaggio produttivo.
Ora per il polo officinale puntiamo anche al prodotto fresco (basilico, prezzemolo, maggiorana ecc.) e consolideremo la superficie agricola, continuando a ridurre l’impatto ambientale attraverso una gestione sostenibile delle terre
FONTE: Sardinia Post Magazine numero 28 – Settembre/Ottobre 2021